Colina, a cosa serve? Dove si trova? È utile integrarla?

2023-03-23 17:04:45 By : Ms. Amy Wu

La colina (o vitamina J) è un nutriente essenziale naturalmente presente in alcuni alimenti e disponibile come integratore alimentare (ricordiamo che essenziale in questo campo significa che è necessario introdurla regolarmente con l’alimentazione, perché indispensabile per l’organismo). Gli esseri umani sono in realtà in grado di produrre colina autonomamente a livello del fegato, principalmente come fosfatidilcolina, ma in quantità insufficiente a soddisfare i bisogni metabolici e strutturali.

Il corpo ha bisogno della colina per sintetizzare la fosfatidilcolina e la sfingomielina, due importanti molecole (fosfolipidi) necessarie per garantire integrità strutturale alle membrane cellulari; la colina è inoltre necessaria per produrre acetilcolina, un importante neurotrasmettitore coinvolto nei processi biochimici di

La colina svolge anche un ruolo importante nella modulazione dell’espressione genica (come e quando si producono proteine a partire dal DNA), nei meccanismi di segnalazione a disposizione della membrana cellulare, nel trasporto e nel metabolismo dei grassi e negli stadi iniziali di sviluppo e maturazione del cervello.

È inoltre coinvolta nella regolazione della concentrazione di omocisteina nel sangue attraverso il suo metabolita betaina.

La colina viene comunemente offerta in forma di integratore con diversi scopi, tra i più comuni figurano:

In questo quadro molto nebuloso, l’EFSA ha autorizzato solo 3 indicazioni d’uso per la colina, utilizzabili nel caso di alimenti che contengano almeno 82,5 mg di colina ogni 100 g (o 100 ml, o porzione):

La colina negli alimenti si trova principalmente in forma di fosfolipidi liposolubili, più che come colina libera; a seguito del consumo alimentare gli enzimi digestivi liberano parte della colina per garantirne l’assorbimento a livello dell’intestino tenue ed il successivo passaggio in circolo per il trasporto verso il fegato, dove verrà immagazzinata e rilasciata al bisogno.

La frazione restante, in forma di fosfolipidi interi, viene assorbita tal quale e distribuita direttamente ai diversi tessuti.

Sono numerosi gli alimenti che contengono colina (essendo presente tanto nelle membrane cellulari animali che vegetali, ma le principali fonti sono rappresentate da:

Anche le verdure crocifere (cavolo, cavolfiore, …) e alcuni fagioli ne sono ricchi, così come

La colina è presente anche nel latte materno.

Secondo un parere espresso da un gruppo di esperti scientifici dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) i quantitativi di assunzione giornaliera adeguata sono quantificabili in:

Vale la pena sottolineare che questi valori riflettono i dati sui consumi elaborati tramite indagini effettuate a livello della popolazione europea su individui sani.

La carenza di colina può causare danni muscolari e danni al fegato tra cui steatosi epatica non alcolica; almeno nei Paesi sviluppati la carenza conclamata è fortunatamente rara, ma tra le fasce di popolazione più a rischio figurano:

Assunzioni elevate di colina sono associate a:

È stato dimostrato che il consumo di colina aumenta la produzione di TMAO, una sostanza che è stata collegata a un rischio più elevato di malattie cardiovascolari, in modo dose-dipendente negli adulti (dose-dipendente significa che maggiore è la dose, maggiore è il rischio).

Non sono note interazioni con farmaci.

Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.

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